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Mt 18,12-35

 

Cercare, saper correggere, perdonare

 

 

di Ina Mancino

 

 

Nel capitolo 18 l’autore del vangelo di Matteo ammaestra i discepoli insegnando l’enorme importanza - responsabilità che ha la comunità nei confronti della salvezza di ogni singolo fratello sopratutto del più debole.

La parabola della pecora smarrita richiama l’ambiente palestinese antico, popolato da pastori .

La tradizione biblica, con l’immagine del pastore, comunicava l’idea di Dio che si prende cura della sua gente.

La parabola serve a illustrare uno dei doveri pastorali più importanti dei responsabili della comunità cristiana: devono avere cura specialmente per i più piccoli e vulnerabili, se qualcuno si smarrisse, essi hanno il dovere di ricercarlo e riaccoglierlo.

La volontà del Padre è che nessuno si perda e tutti possano sentirsi suoi figli. E’ compito della comunità che tale volontà si compia.

La parabola è all’interno del quarto dei cinque discorsi del vangelo di Matteo chiamato “discorso ecclesiale”.

La pecora che si “smarrisce” rappresenta colui che ha dato adesione a Gesù, ma sperimenta che nella comunità invece del servizio si vive la corsa al potere, dove si parla d’amore, trova rivalità e ambizione. C’è nella parabola, oltre alla richiesta di conversione del peccatore, la richiesta di conversione dei “giusti” che devono passare dall’ atteggiamento di condanna alla misericordia. Come fa Dio con noi: ci cerca sino a quando non ci ha trovati.

Dopo aver parlato dello scandalo della comunità verso i piccoli, Gesù parla dei dissidi all’interno della comunità. Il problema deve essere risolto “tra te e lui”. Ed è la persona offesa che deve andare verso chi l'ha offesa per ricomporre unità. “Se ti ascolterà avrai guadagnato un fratello”, altrimenti prendi due o tre testimoni.

Se non ascolterà, parla alla comunità, e se ancora non ascolta “sia per te” non per la comunità “come il pagano e il pubblicano”. Cioè non vada escluso dal tuo amore, significa che questo amore sarà a senso unico, amore a perdere, perchè chi non perdona lega il perdono di Dio: “tutto quello che legherete sarà legato in cielo”. Il perdono di Dio diventa operativo .tuo amore, significa che questo amore sarà a senso unico, amore a perdere, perchè chi non perdona lega il perdono di Dio: “tutto quello che legherete sarà legato in cielo”. Il perdono di Dio diventa operativo . quando si attua il perdono verso gli altri. E ancora:” Se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo”, il verbo mettere d’accordo è sinfoneo, da cui la parola sinfonia. Dunque diverse voci ma un unico spartito, quello dell’amore. A questi il Padre concederà ogni cosa, dove i costruttori di pace agiscono, si manifesta la presenza del Signore.

Pietro ha capito che è necessario perdonare, ma pensa che tale obbligo abbia un limite, esprime la difficoltà a perdonare e vorrebbe in qualche modo limitarla. Il numero 7 indica perfezione. La risposta è “ settanta volte sette”, cioè sempre. Gesù non sta indicando solo la quantità del perdono (illimitato), ma la qualità (incondizionato). Il Regno dei Cieli è la nuova realtà che è venuto a proporre, simile a un re che viene a regolare i conti con i servi. L’attenzione si sposta non tra me e colui che mi è debitore ma tra me e Dio verso cui ho un debito inestinguibile (debito creaturale). Il cristiano in questa parabola legge la propria storia. E’ lui il servo debitore di 10.000 talenti, una somma impagabile e perciò destinato alla rovina. Ma il re (Dio) impietosito condona il debito, rivela così la misericordia. Perdonare è la sua gioia più grande. Nel battesimo e poi nel sacramento della riconciliazione il condono del debito continua. Chi fa esperienza del condono del debito non può non usare la stessa misericordia.

Il servo “maligno” col compagno debitore anzichè misericordia usa giustizia. Il maligno è colui che è incapace di perdonare. Il termine lo troviamo nel Padre nostro, Gesù invita a chiedere “liberaci dal maligno”. L’incapacità di perdono semina morte. Il servo maligno sarà rinchiuso fino a che non restituirà il debito. “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Il perdono del Padre verso gli uomini rimane legato finchè non si scioglie il perdono ai fratelli.

La grazia di togliere il male è nel mistero della chiesa, che non è una comunità di perfetti ma di peccatori bisognosi dell’amore di Dio. Col perdono il divino è nell’umano.

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