• facebook2
  • youtube2

Mt 16,21-23 . 17,1-13

 

Incomprensione di Pietro e luce per comprendere

 

 

di Paola Geraci

 

 

Un momento di intimità di Gesù con i suoi (16,13-20), durante il quale Pietro è al centro della scena: è portavoce dei risultati di una piccola “inchiesta DOXA” richiesta da Gesù e si merita dal Maestro una beatitudine con tutto quello che segue. Gesù gli attesta che la risposta non è farina del suo sacco ma una rivelazione del Padre, che ha trovato, però, in Pietro docilità nell’accoglienza.

Davanti al discepolo si apre una assoluta novità, che per un attimo crede di avere capito: Gesù è il Messia, lui sarà il governatore del regno.

Ma è solo un attimo, perché arriva la “spiegazione” di Gesù, difficile da capire e che lo sposta su un piano diverso.

Secondo Pietro è un controsenso quanto dice Gesù e, forte della precedente “illuminazione” dello Spirito che il Padre gli ha concesso, ritiene di potere correggere quanto affermato da Gesù e insegnargli qualcosa: non è immaginabile che il Messia sia il “servo sofferente”.

Le scritture parlano di questo ma … che confusione, povero Pietro!

Gesù dice che le potenze degli inferi non prevarranno contro la Chiesa edificata su di lui e poi dice che Lui stesso dovrà soffrire, morire e risorgere il 3° giorno. Come è possibile?! E poi che significa risorgere?

Forse Gesù si è confuso e lui, con la affettuosa impulsività che lo caratterizza, vuole farlo riflettere e ritornare su quanto ha detto.

Ma a quel punto Gesù “si volta verso di lui” (un gesto che dice un cambiamento di direzione e anche di contenuto del discorso) e gli rivolge poche parole, poche ma sufficienti a spostarlo, possiamo dire, dalle “stelle” (Pietro, pietra angolare-fondante) alle “stalle” (Pietro, pietra di inciampo-scandalo). Ancora peggio, Gesù lo paragona a satana, colui che non pensa secondo Dio ma secondo gli uomini, che separa l’uomo da Dio allontanandolo dalla vera via, che all’inizio della sua vita pubblica lo ha tentato (4,1-11) proponendogli altro, diverso da quanto Dio dice nella sua Parola.

Gesù indica a Pietro con parole molto chiare il suo posto: “dietro al Maestro”, così come

già gli ha detto al momento della chiamata ”venite dietro a me”(4,19); “dietro” il posto del discepolo che segue la via del Maestro. Gesù continua, in maniera quasi incalzante, a parlare (v.24) delle condizioni richieste per venire dietro a Lui: rinnegare se stesso, prendere la croce.

Il Maestro prosegue nella “formazione” dei suoi discepoli e dopo 6 giorni, non scelto a caso il periodo a significare un preannuncio di quella nuova settimana che inizierà con il giorno della risurrezione, sale sul monte con alcuni di loro, fra cui Pietro, e davanti a loro si trasfigura.

Il prodigio crea timore nei tre discepoli ma la voce del Padre, che svela la divinità del Figlio, ancora con più precisione del momento del battesimo al Giordano, contribuirà a rafforzare la loro fede vacillante? Vorremmo rispondere sì ma il prosieguo dei fatti non ci lascia convinti.

Pietro con la solita impulsività fa una proposta, che non ci sarà bisogno di realizzare perché la visione non si protrae, avendo lo scopo ben preciso di fare sperimentare chi è Gesù.

Ma non sarà sufficiente la luce, che lo avvolge nella visione, perché Pietro comprenda la realtà del Messia, che ha iniziato “il viaggio verso Gerusalemme”.

La luce esterna non riesce a illuminare definitivamente il cuore di Pietro: altri momenti bui lo aspettano ma Gesù lo rassicura (Lc 22,31-32) che la Sua preghiera ha ottenuto la fermezza della sua fede, a tal punto che proprio lui, Pietro, sarà colui che rassicurerà i suoi fratelli.

Il confronto della nostra fede con quella di Pietro, che Matteo ci mostra, è d’obbligo e personalmente mi lascia in silenzio: non un silenzio vuoto, sterile, ma un silenzio fecondo, che fa nascere la preghiera umile di chi per una generosità impulsiva si lancia senza pensare due volte e … combina guai o si trova davanti a situazioni più grandi del previsto, in cui è faticoso riconoscere la volontà di Dio.

Una preghiera umile che educa a chiedere costantemente a Gesù di farci stare dietro di Lui, là dove ascoltare la Sua voce come le pecore (Gv 10,4) ascoltano la voce del Buon Pastore.

Una preghiera che accompagni nei momenti bui della vita, quando la evidenza umana contrasta con le parole del Vangelo, e rafforzi la fede in Gesù, che è fedele e non chiede più di quanto non si possa sostenere.

Top