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Luca 7,36-50

 

Gesù e la peccatrice 

di Salvatore Tosto


L’evangelista Luca è il solo a tramandarci il ricordo delle buone relazioni tra Gesù e i farisei che lo invitano a pranzo (cf.11,37 e 14,1); sono anch’essi figli di Israele da istruire. In questo episodio emerge l’insegnamento sulla misericordia e il perdono di Dio, del pentimento che scatena amore. Il fariseo invita Gesù a pranzo non a cena; il pranzo non è il pasto principale, è veloce non impegnativo, non consente dialogo e coinvolgimento come la cena. Ed ecco, una donna, appare all’improvviso nella scena del racconto, contravvenendo ad ogni regola della tradizione che impedisce alle donne di stare insieme agli uomini, furtivamente si accosta ai piedi di Gesù, lei donna e peccatrice, non temendo di contaminare quell’uomo verso il quale nutre una profonda fiducia. La fiducia che questa donna pone in Gesù le dà il coraggio di entrare in quella casa, pur cercando di non farsi notare; infatti se ne sta dietro, raggomitolata sotto il tavolo, in una posizione molto scomoda, pochissimo dignitosa, come un cane. Ha tentato di non farsi vedere, ma viene notata ugualmente dal fariseo che ha ospitato Gesù, creandogli un forte imbarazzo. Infatti non sa come reagire, pensa di fare cattiva figura con l’ospite, ma nello stesso tempo pensa male di Gesù, perché se fosse un profeta quella donna l’avrebbe allontanata; pensa che Gesù non è quello che lui si aspettava, poiché a lui si è rivolta. Gesù, però, gli legge il pensiero e lo chiama per nome, stupendolo; aveva appena pensato ad una critica di disprezzo ed invece risponde chiamandolo <<maestro, dì="" pure="">>. Dal pensiero critico il fariseo Simone passa alla disponibilità, all’ascolto, chiamandolo Maestro, riconoscendogli, quindi, autorevolezza. Pensa una cosa e di fatto ne dice un’altra. Ma la parabola del creditore e dei due debitori che Gesù racconta porta allo scoperto Simone: deve esprimere un giudizio, una sua valutazione sul comportamento dei due debitori. Si parla di debiti e di amore. Lui ha giudicato, ha valutato sia la donna disprezzandola, sia Gesù che la tollerava. Lui si ritiene un buon osservante, più religioso, ma è freddo, distaccato, non si coinvolge, si mantiene fuori, convinto di essere migliore degli altri. Pur avendolo invitato, con Gesù non instaura una relazione di amicizia: non gli dà l’acqua per i piedi, cioè non è disposto a servirlo; non lo ha baciato, cioè non è disposto all’incontro fisico di affetto, di coinvolgimento; non gli ha reso onore, cioè non è disposto a spendere per il suo ospite. Al contrario quella donna, che Simone ha giudicato peccatrice, si è gettata ai piedi di Gesù. Perché questa donna compie quel gesto? Per compiere un gesto di umiliazione così grande deve avere una grande stima di Gesù. Stima che il fariseo non dimostra. Cosa ha conosciuto di Gesù? Non chiede nulla, ma piange, e piange talmente tanto, da bagnargli i piedi e lavarli con le lacrime. Piange per i suoi “molti” peccati. E’ sicuramente un pianto di dolore per il suo errato comportamento. Piange perché in questo momento ha capito di avere sbagliato, di essere “fallita”, di non aver colpito il bersaglio. Gesù è lì per i fatti suoi, invitato a pranzo dal fariseo; non è andato lui a cercare questa donna, ma è stata lei ad entrare lì per compiere quel gesto di grande umiliazione, niente affatto dignitosa, che coinvolge l’intera persona. Pur manifestando poca finezza, nessuna formalità, lei sì, ha compiuto tre gesti importantissimi di accoglienza, di amicizia, di affetto che comportano una relazione autentica, un coinvolgimento personale: ha versato l’acqua del suo dolore, le lacrime, per bagnare i piedi di Gesù; lo ha baciato, non sulla guancia, ma gli ha baciato i piedi, mentre li asciugava con i suoi capelli; il profumo, costosissimo, non glielo ha offerto o versato sul capo, ma glielo ha cosparso sui piedi. Quindi, traducendo, possiamo dire che ha riservato a Gesù onore, gloria e servizio. In una sola parola: Amore. Gesù sa che ha molti peccati, ma le sono perdonati perché “ha molto amato”. Con questa espressione, Gesù non fa riferimento al passato di questa donna, ma al suo atteggiamento di adesso, di questo suo grande amore, e quindi viene perdonata. La donna ha riconosciuto in Lui uno che può salvarla e, con un gesto quasi di disperazione, si aggrappa ai suoi piedi. E’ una vera e propria supplica. Qui c’è un amore grande che spinge al perdono.

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