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Luca 1,39-56

Visita di Maria a Elisabetta. Il Magnificat 

di Vera Ambra 

Il “Vangelo dell’infanzia” secondo Luca è costruito su due piani paralleli: da una parte la storia di Giovanni Battista e dall’altra quella di Gesù su cui man mano si concentra l’attenzione del narratore. Le due storie si incrociano nell’incontro delle due madri e, nell’intimo del loro grembo, tra Gesù e il suo precursore. Il brano che commenteremo è costituito da due pericopi: la visita appunto di Maria ad Elisabetta (vv. 39-45) e la conseguente lode al Signore cantata da Maria nel Magnificat (vv. 46-56).
Maria, dopo aver ricevuto dall’angelo Gabriele l’eccezionale annuncio della nascita di Gesù ed essere stata informata che anche Elisabetta, ritenuta sterile, è al sesto mese di gravidanza, si mette prontamente in viaggio: corre subito dalla parente per recarle il lieto annuncio. Il Signore ha parlato e Maria ha accolto l’annuncio diventando la prima missionaria della Parola.
Tra Maria ed Elisabetta, sul piano umano, si ha un incontro di grande gioia, in quanto parenti e donne in attesa di un figlio, ma è soprattutto di gioia ed esultanza nello Spirito Santo che si realizza ad un livello superiore rispetto a quello prettamente umano; la casa di Zaccaria è pregna della presenza di Dio attraverso lo Spirito che ricolma le due donne e le vite che portano in grembo. Dopo il suo saluto, Maria viene lodata da Elisabetta come benedetta insieme al suo bambino e riconosciuta madre di Dio (“madre del mio Signore”). Inoltre Elisabetta continua, dicendo: «E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto»: è la prima beatitudine che risuona nel Vangelo. Maria è beata perché ha creduto, cioè ha fatto sua la parola del Signore: l’ha incarnata in sé. Il suo credere, l’ascolto e il suo essere discepola della Parola, precedono il suo essere madre. Sant’Agostino dice: “La fede nel cuore, Cristo nel grembo”.
Alla benedizione e alla beatitudine proclamate da Elisabetta, Maria risponde col Magnificat. Questo è un canto di ringraziamento e di lode che celebra la storia dell’azione salvifica di Dio. La sua struttura è modellata su quella dei salmi e dei cantici biblici, infatti è un testo composto da tessere bibliche che formano un mosaico unitario. Vi si riconosce il ricordo del Cantico di Anna (cfr. 1Sam 2,1-10), la gioia di Lia alla nascita dei suoi figli (cfr. Gn 29,32; 30;13), ma anche il linguaggio dell’esperienza dell’Esodo e i motivi del celebre “Canto del mare” (cfr. Es 15,1-18) di un’altra Maria, la sorella di Aronne e di Mosè.
Il cantico è costituito da un’introduzione (vv. 46-47) in cui Maria parla di sé in prima persona; una prima parte in cui Dio è esaltato come salvatore potente e santo per le grandi cose che ha compiuto a favore della sua serva e di quelli che gli sono fedeli (vv. 48-50); e una seconda parte in cui l’orizzonte si dilata a tutti gli interventi salvifici di Dio, che vanno dalla promessa ad Abramo e alla sua discendenza, passando attraverso l’esodo (vv. 51-55).
Nel Magnificat si intreccia il dialogo tra il credente e la potenza di Dio. Maria si presenta come l’umile “serva” del Signore che contempla l’azione di Dio basata sul suo amore fedele e misericordioso. Quelli che contano davanti a Dio e portano avanti il suo progetto di giustizia non sono gli orgogliosi, i potenti e i ricchi, ma gli umili, gli affamati e i bisognosi che egli libera e ricolma di beni. Questo capovolgimento, che prelude a quello delle beatitudini evangeliche, richiama la storia dell’esodo di liberazione dall’Egitto e del cammino nel deserto. La fedeltà alla promessa ad Abramo e alla sua discendenza (v. 55; cfr. Gn 22,18) sottolinea che in Gesù Cristo Dio si ricorda e viene in soccorso d’Israele (cfr. Mi 7,20). Dall’“io” di Maria al “tu” di Dio e attraverso il “noi” della comunità, la storia della salvezza è cantata nella sua origine (Dio) e nei suoi destinatari (Maria e il popolo). Il Magnificat ci insegna a non ripiegare la preghiera su noi stessi ma a porre pieno e totale affidamento nella imperscrutabile e a volte silenziosa azione di Dio!
Signore Gesù Cristo, donaci la grazia di tua madre Maria per comprendere e cantare con gioia fiduciosa le “grandi cose” che il Padre nostro ogni giorno continua a compiere nella nostra vita e nel nostro cammino di fede. Amen

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